>> sabato 25 aprile 2009
“Quel monumento che si chiama ora e sempre resistenza” Pietro Calamandrei.
Oggi 25 Aprile 2009 noi Democratici festeggiamo l’anniversario della LIBERAZIONE, lo scriviamo così per ribadirlo più forte, più chiaro. In questo momento ci sembra più che opportuno fare nostre le parole di un altro dei padri fondatori della nostra Repubblica, Sandro Pertini, che scrisse proprio in questa occasione, riferendosi alla guerra di liberazione “ un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari”.
Ci sembra opportuno perché da troppo tempo si cerca di manipolare questa data, per trasformarla in qualcosa d’altro, in un momento di “pacificazione” che significa solo dimenticare quello che è il senso reale della ricorrenza, dimenticare tutti quelli che si batterono a fianco degli alleati per difendere quelli che universalmente sono riconosciuti come diritti inalienabili di ognuno di noi, la Libertà, la Giustizia e soprattutto la Democrazia ossia il rispetto per i diritti di ogni singolo cittadino fosse egli l’unico rappresentante della sua minoranza.
Ci sembra giusto quindi in questo momento alzare la voce per ribadire che il 25 aprile è la festa per tutti quelli che credono in questi valori come fondamento dello stato moderno, che credono nel pluralismo dell’informazione piuttosto che nel suo assoggettamento all’esecutivo di turno; che credono nel rispetto per le istituzioni parlamentari liberamente espresse e di qualunque colore, piuttosto che nell’oligarchia di pochi; che credono nel rispetto della Giustizia e della Legge come unica possibilità di vita civile.
Vogliamo alzare la voce qui da Passoscuro per ricordare a tutti i Democratici che la Liberazione fu il momento più alto di riscatto per un paese che per vent’anni fu inghiottito dalle tenebre di una coercizione di massa, fatta di divieti, di ordine pubblico, di “rispetto della legalità” non come patrimonio comune ma imposto dal regime.
E di questi tempi, quando una larga parte della società civile comincia a temere il ritorno di quelle tenebre, quando ci si rende conto che gli anticorpi democratici sembrano sopiti o impegnati altrove, è il momento di prendere coraggio e parlarne apertamente, di opporsi alle manovre che in nome del “bene comune”, del “momento di emergenza”, del “proteggiamo i cittadini perbene”, minacciano i più alti valori di uno stato democratico.
Qualcuno pensa che esageriamo ?
Forse sarebbe il caso di ripensare a quello che sono stati gli anni passati sotto il governo della destra, a cominciare dall’editto di Sofia, per finire con la censura ad “Anno Zero”, passando per il taglio dei fondi per i giornali di partito, per l’attacco costante alla magistratura e ai giudici, per il controllo dell’ordine pubblico fatto dalle ronde, per i medici che devono denunciare i loro assistiti e, per finire, con l’idea di rinunciare al parlamento per far votare solo i capigruppo.
Mettiamo insieme tutti questi fatti e quello che ne risulta è un percorso non soltanto pericoloso, ma drammaticamente lucido e consapevole.
E allora da Democratici facciamo che ancora una volta quella di oggi sia la festa della liberazione e la rinascita di quel sentimento democratico e antiautoritario che da 60 anni ci contraddistingue.
Il Circolo PD di Passoscuro.
Oggi 25 Aprile 2009 noi Democratici festeggiamo l’anniversario della LIBERAZIONE, lo scriviamo così per ribadirlo più forte, più chiaro. In questo momento ci sembra più che opportuno fare nostre le parole di un altro dei padri fondatori della nostra Repubblica, Sandro Pertini, che scrisse proprio in questa occasione, riferendosi alla guerra di liberazione “ un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari”.
Ci sembra opportuno perché da troppo tempo si cerca di manipolare questa data, per trasformarla in qualcosa d’altro, in un momento di “pacificazione” che significa solo dimenticare quello che è il senso reale della ricorrenza, dimenticare tutti quelli che si batterono a fianco degli alleati per difendere quelli che universalmente sono riconosciuti come diritti inalienabili di ognuno di noi, la Libertà, la Giustizia e soprattutto la Democrazia ossia il rispetto per i diritti di ogni singolo cittadino fosse egli l’unico rappresentante della sua minoranza.
Ci sembra giusto quindi in questo momento alzare la voce per ribadire che il 25 aprile è la festa per tutti quelli che credono in questi valori come fondamento dello stato moderno, che credono nel pluralismo dell’informazione piuttosto che nel suo assoggettamento all’esecutivo di turno; che credono nel rispetto per le istituzioni parlamentari liberamente espresse e di qualunque colore, piuttosto che nell’oligarchia di pochi; che credono nel rispetto della Giustizia e della Legge come unica possibilità di vita civile.
Vogliamo alzare la voce qui da Passoscuro per ricordare a tutti i Democratici che la Liberazione fu il momento più alto di riscatto per un paese che per vent’anni fu inghiottito dalle tenebre di una coercizione di massa, fatta di divieti, di ordine pubblico, di “rispetto della legalità” non come patrimonio comune ma imposto dal regime.
E di questi tempi, quando una larga parte della società civile comincia a temere il ritorno di quelle tenebre, quando ci si rende conto che gli anticorpi democratici sembrano sopiti o impegnati altrove, è il momento di prendere coraggio e parlarne apertamente, di opporsi alle manovre che in nome del “bene comune”, del “momento di emergenza”, del “proteggiamo i cittadini perbene”, minacciano i più alti valori di uno stato democratico.
Qualcuno pensa che esageriamo ?
Forse sarebbe il caso di ripensare a quello che sono stati gli anni passati sotto il governo della destra, a cominciare dall’editto di Sofia, per finire con la censura ad “Anno Zero”, passando per il taglio dei fondi per i giornali di partito, per l’attacco costante alla magistratura e ai giudici, per il controllo dell’ordine pubblico fatto dalle ronde, per i medici che devono denunciare i loro assistiti e, per finire, con l’idea di rinunciare al parlamento per far votare solo i capigruppo.
Mettiamo insieme tutti questi fatti e quello che ne risulta è un percorso non soltanto pericoloso, ma drammaticamente lucido e consapevole.
E allora da Democratici facciamo che ancora una volta quella di oggi sia la festa della liberazione e la rinascita di quel sentimento democratico e antiautoritario che da 60 anni ci contraddistingue.
Il Circolo PD di Passoscuro.
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